I fondi che giungono dal mondo militare sono in forte
aumento, le applicazioni spettacolari della robotica colpiscono la
fantasia, ma il futuro dell'intelligenza artificiale sta
nell'informatica, che utilizza la rete Internet come fosse un sistema
nervoso.
E per passare dal semplice incrocio di dati a una prima gestione della conoscenza si utilizza un mezzo curioso: il cruciverba.
Sono
alcune delle conclusioni del convegno dell'Associazione italiana
intelligenza artificiale (Aiia), svoltosi nei giorni scorsi
all'Università Bicocca di Milano, dove si scopre che le parole crociate
stanno sostituendo gli scacchi nello sviluppo dei sistemi che vogliono
sostituire l'uomo in diverse funzioni.
''Deep blue, il super
computer dell'Ibm che ha battuto il campione del mondo di scacchi Garry
Kasparov, ormai è stato raggiunto da Deep blue junior - spiega Marco
Gori, presidente dell'Associazione italiana intelligenza artificiale -
che ha come hardware un semplice personal computer. Ma gli scacchi sono
ormai un banco di prova e di sviluppo obsoleto per l'intelligenza
artificiale: si tratta di incrociare, anche se velocissimamente,
informazioni simili, mentre proprio in Italia ora abbiamo messo a punto
una nuova prova: il cruciverba, che già necessita di una gestione
complessa della conoscenza".
Il sistema con cui un'intelligenza
artificiale affronta un cruciverba, che richiede la selezione tra
numerosissime soluzioni diverse, è un software chiamato WebCrow,
sviluppato all'Università di Siena.
Il "corvo della rete" si
collega a Internet, dove passano tutte le informazioni di cui
necessita, e va a cogliere ciò che gli serve, facendo una selezione
immediata.
''Lo abbiamo provato contro 25 studenti universitari -
aggiunge Gori - e si è sempre classificato ai primi tre posti in questa
inedita gara di cruciverba tra uomo e macchina".
Al sistema è interessato il motore di ricerca Google, che ha dato libero accesso alle sue chiavi di indagine sulla rete.
''Per
questo pensiamo che stia soprattutto qui il possibile sviluppo, anche
commerciale, dell'intelligenza artificiale: si lavora su software -
spiega il presidente dell'Aiia - che si appoggiano totalmente alla rete
e i motori di ricerca più ricchi non sono altro che società che vendono
servizi, quindi presto anche software operativi, se volessero.
La
stessa Microsoft sta lanciando un nuovo sistema operativo, per ora
chiamato "Long Horn", che si basa proprio sull'appoggio al Web.
E
poi i motori di ricerca hanno un grosso problema: rispondono alle
richieste degli utenti con un numero enorme, eccessivo, di risposte.
Vogliono
diminuirle e per arrivarci la procedura è una sola: saper selezionare,
quello che comincia a fare l'intelligenza artificiale'', conclude Gori.
Al convegno sono stati illustrati anche gli interventi della
robotica nelle situazioni di rischio (presenza di fuoco o gas nocivi),
comprese operazioni di individuazione e recupero in acqua.
''Robot
sono intervenuti anche recentemente a New Orleans - spiegano i
ricercatori del settore - soprattutto per individuare i cadaveri
sepolti dall'acqua e dal fango, ma sono ancora applicazioni limitate''.
Più richieste sono invece le funzioni di sorveglianza anti-terrorismo.
''Negli
Stati Uniti e non solo lì - aggiunge Gori - si sta cercando di
integrare i sistemi di videosorveglianza con l'individuazione immediata
di possibili soggetti a rischio. E' complicato e servono tanti soldi,
ma le aziende ci credono e ci stanno lavorando con forza". Fondi che
comunque non sembrano mancare nel settore militare puro.
''Dall'inizio
della guerra in Iraq - affermano Luigia Carlucci Aiello, docente al
dipartimento di Informatica dell'Università La Sapienza di Roma, e
Maurizio Dapor, ricercatore dell'Istituto trentino di cultura - i
finanziamenti del dipartimento alla Difesa degli Stati Uniti ai gruppi
di ricerca in applicazioni dell'intelligenza artificiale attivi nelle
università americane sono cresciuti del 46%''.
L'obiettivo è
sempre quello di riuscire a creare delle macchine che sostituiscano
l'uomo sul campo di battaglia (fino a giungere alla costruzione di
soldati-robot), ma al momento le applicazioni che ricevono i maggiori
finanziamenti sono quelle per il puntamento delle armi, il
riconoscimento degli obiettivi in situazioni critiche e la gestione
degli aerei senza pilota.
Per il 50/mo anniversario
dell'intelligenza artificiale, convenzionalmente nata nel 1956 in un
convegno al Dartmouth college di Hannover (Usa), si sta preparando un
registro dei ricercatori italiani attivi nel settore e per ora nei
campi d'indagine toccati dall'intelligenza artificiale non si parla di
fuga dei cervelli.
''I nostri ricercatori sono molto richiesti
all'estero e qualche volta ci vanno - conclude Gori -, ma spesso
ritornano e c'è un buon ricambio. Anche perché, a differenza di
ricerche in altre discipline, i fondi necessari ai nostri programmi,
anche quelli più evoluti, non sono particolarmente ingenti".